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Itinerario n° 5 – Su e giù per le colline di Istanbul (Fatih)

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Nel logo della municipalità di Istanbul – proprio al centro – ci sono 7 triangolini; li vedete in quest’immagine. Cosa sono? Semplice, le 7 colline della nuova Roma! In tutte le fasi della storia ultramillenaria della città, sono state associate al potere politico e religioso; un itinerario le congiunge tutte, permette di visitare i monumenti che le dominano: da Topkapı a Topkapı, dalla settima alla prima. Per raggiungere il punto di partenza, basta prendere il tram – la linea T1 – che passa per Sultanahmet: e poi scendere, per l’appunto, alla stazione di Topkapı sulla settima collina (attenzione, il palazzo dei sultani è sulla prima: ci arriveremo solo alla fine dell’itinerario); siamo appena fuori dalle maestose mura teodosiane, il museo Panorama 1453 – con una volta a affrescata a 360° – racconta la conquista ottomana del 29 maggio 1453.

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Dal piccolo parco, incamminatevi verso il Corno d’oro costeggiando la cinta (rivolti verso le mura, alla vostra sinistra); si cammina in discesa, dovete superare un passaggio pedonale (con semaforo) e poi entrare nell’antica porta militare: continuate a scendere, passerete in rapidissima sequenza una chiesa armena e una greco-ortodossa. Arrivati alla stazione della metro, per attraversare servitevi del sottopassaggio: c’è un semaforo ma non l’ho trovato mai che funzionasse, già la prima volta che venni a Istanbul nel 2007. Il cammino sì fa in salita: si passa attraverso il quartiere di Sulukule, oggetto di un controverso – ma secondo me molto efficace – progetto di riqualificazione urbana; siete adesso in cima alla sesta collina di Istanbul, a una quota di 77 metri che segna il punto più alto della città: con la porta di Edirne, la moschea di Mihrimah Sultan capolavoro cinquecentesco del celebre architetto Mimar Sinan, la chiesa coi meravigliosi affreschi e mosaici bizantini di San Salvatore in Chora (oggi è un museo, per visitarla si paga un biglietto d’ingresso di 15 lire turche: circa 5 euro).

Da San Salvatore tornando verso la moschea di Mihrimah, prendete la prima stradina in discesa a sinistra, poi ancora a sinistra e subito dopo a destra: e andate sempre dritti, prima in discesa e poi ancora in salita (le pendenze sono minime, non preoccupatevi). Siete nel quartiere di Fatih, la roccaforte conservatrice di Istanbul. Passerete la chiea-moschea di Fehtiye, arriverete alla moschea di Yavuz Selim: la quinta collina, con nei pressi una cisterna all’aria aperta trasformata in parco e una cisterna coperta più piccola – con colonnato – adibita a banchetti. Ripresa la strada principale e dopo i soliti sali-scendi, arriverete alla grande moschea imperiale di Fatih con la tomba del conquistatore di Istanbul: la quarta collina, in epoca bizantina sede della basilica dei Santi Apostoli; tutt’intorno, c’è un simpatico mercatino con le specialità locali: mentre il mercoledì tutta l’area è occupata da un gigantesco mercato di cibarie e tessili.

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Per scendere, si segue l’acquedotto romano di Valente – in perfetto stato di conservazione – fino al cosiddetto “mercato delle donne” di cui ho parlato in questo post; a brevissima distanza, la chiesa-moschea del Pantokrator appena restaurata: Si scende, si attraversa Atatürk Bulvarı, si localizza la fabbrica di boza Vefa, s’imbocca – in salita, ovviamente – Vefa caddesi: e dopo una piacevole e breve passeggiata si arriva sulla terza collina, già sede del ninfeo imperiale e oggi occupata dalla grandiosa moschea di Solimano. Per continuare l’itinerario, bisogna recuperare la mesa: la strada del potere sia in epoca romana sia in epoca ottomana (ancora oggi, Divan yolu); guardando verso il grande portale dell’università (altro riferimento, la torre di Beyazıt che serviva per avvistare gli incendi), bisogna prendere la stradina verso destra e percorrerla per un po’: arrivati sulla strada principale, girate verso sinistra fino alla moschea per l’appunto di Beyazıt, la seconda collina su cui è stato costruito il Gran bazar (la moschea è in fase di restauro, poco prima di arrivarci c’è l’hamam sempre del sultano Beyazıt – successore di Maometto II – alla cui base ci sono frammenti della colonna di Teodosio: il suo arco trionfale e resti del foro sono appena dall’altra parte della strada).

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Da qui si prende lo stesso tram dell’andata, ma in direzione opposta: si scende, a Gülhane proprio sotto il palazzo imperiale ottomano; è la prima collina, su cui sorgeva originariamente l’acropoli della colonia greca. L’ideale sarebbe visitarlo: ma dopo una camminata del genere, temo che l’orario di chiusura possa essere passato; il consiglio allora è di percorrere il parco di Gülhane, di ammirare la colonna dei Goti e – sorseggiando un çay - il panorama sul Bosforo che si getta nel mare di Marmara.

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Non posso però essere preciso coi tempi di percorrenza: io ci metto massimo quattro ore, ma conosco già il percorso e alcuni passaggi – dalla sesta alla quinta collina, dalla quarta alla terza, dalla terza alla seconda – possono indurre in errore (il mio itinerario è nato dopo molti sopralluoghi, non è che s’indovina tutto al primo colpo!); soprattutto, chi viene per la prima volta a Istanbul immagino voglia avere tutto il tempo per visitare moschee e quant’altro lungo il cammino. Ma per avere qualche informazione supplementare e mirata, non esitate a scrivermi: giuse.mancini@gmail.com.


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